Giuseppe Signori

Il Re del Gol

signori_beppeNato a: Alzano Lombardo (BG)
Data nascita: 17.2.1968
Nazionalità: ITA
Altezza: m. 1,71
Peso: kg. 68
Ruolo: Attaccante
Esordio in A: Inter-Foggia 1-1 (1.9.1991)
Esordio nella Lazio: Ascoli-Lazio 0-4 (26.8.1992)

 

Il suo biglietto da visita è il gol: 127 reti (107 in campionato) in 195 incontri tra il 1992 e il 1997 ne fanno il cannoniere-principe in maglia biancoceleste, dopo l’irraggiungibile Piola (con 159 reti). Bergamasco di Alzano (dove nasce il 17 febbraio 1968), arriva alla Lazio dal Foggia nell’estate del 1992. Nella squadra rossonera si impone come realizzatore di razza, affiancato da Rambaudi e Baiano in attacco ma, soprattutto, allenato da Zeman (il quale lo raggiungerà a Roma due anni dopo). Ha già guadagnato la Nazionale quando la Lazio lo acquista, coll’intento di sostituire un beniamino dei tifosi come Ruben Sosa. Signori non si fa pregare, ed inizia a mitragliare le porte avversarie. Brevilineo (1 e 68), velocissimo e dotato di un sinistro al fulmicotone, nel primo anno di Lazio è già capocannoniere, con 26 reti, per poi bissare l’anno successivo, con 23 gol. Le imprese in maglia biancoceleste gli valgono la convocazione in Nazionale per i mondiali statunitensi. L’avventura americana è travagliata: Signori si adatta, pur di giocare, a ruoli che poco gli si confanno, dato che il C.T. Sacchi preferisce puntare sulla coppia Casiraghi-Baggio. Al punto che, nella finalissima, è lo stesso giocatore a chiedere di non essere schierato, piuttosto che giocare come centrocampista. Il rapporto con la Lazio rischia di chiudersi nell’estate del 1995, quando il presidente Cragnotti cede il giocatore al Parma. Una vera e propria rivolta popolare impedisce la cessione, provocando le ire del presidente, che minaccia di lasciare. Signori ripaga i tifosi col terzo titolo di capocannoniere, nel 95/96, alla pari con Protti (che verrà acquistato proprio dalla Lazio l’anno successivo). La carriera in biancoceleste di Signori si chiude nel dicembre 1997, a causa del rapporto conflittuale con il nuovo tecnico Eriksson, che gli preferisce spesso Mancini e Casiraghi come punte. Il casus belli è la mancata entrata di Signori a Vienna, durante un incontro di Coppa UEFA. Il tecnico lo fa scaldare nella ripresa, ma ad un certo punto Mancini, che doveva essere il giocatore sostituito, si fa espellere, ed Eriksson lo fa sedere nuovamente in panchina. Beppe prende questa mancata entrata come un affronto, e a fine partita sbotta contro il tecnico. La cessione è inevitabile, e Signori prende la via di Genova (Sampdoria). Anche lì, però, le cose non andranno benissimo, fino a che non verrà ceduto al Bologna. In Emilia Signori vive una seconda giovinezza e, all’età di 33 anni compiuti, ha ricominciato a divertirsi col suo sport preferito: buttarla dentro.

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