Il Processo a Spaccarotella e la sentenza

domenica 11 novembre 2007

Gabriele Sandri morto sull’A1, Questore: ”E’ stato un tragico errore”

Cronaca: ”Le responsabilita’ saranno accertate senza reticenze”. Questo l’impegno del ministro dell’Interno Giuliano Amato in merito alla morte di Gabriele Sandri, il tifoso della Lazio ucciso ad Arezzo. E’ ”estremamente grave”. ha aggiunto il ministro, che dopo la morte del tifoso laziale si siano verificati in diverse citta’ incidenti tra tifosi e forze dell’ordine. Amato si e’ augurato che ”questa sera a Roma tutti diano prova di saper testimoniare in modo pacifico il proprio cordoglio”. ”E’ estremamente grave – dice il titolare del Viminale – che ancora oggi, invece di concorrere con un dignitoso silenzio al cordoglio per la morte di questo ragazzo, alcuni responsabili abbiano trovato il modo di causare nuovi incidenti”.
Tutto e’ avvenuto nell’area di servizio di Badia al Pino dove si sarebbero scontrati tifosi della Lazio e della Juventus.

Una pattuglia della polstrada si sarebbe trovata nelle vicinanze dei tafferugli e un agente avrebbe sparato un colpo di pistola in aria.

Ma la dinamica dei fatti è ancora in via di accertamento

SI CHIAMAVA GABRIELE SANDRI – La vittima si chiamava Gabriele Sandri, romano. Il giovane, oltre a fare il dj aveva un negozio di abbigliamento a Roma. Lo riferiscono alcuni tifosi laziali, che sono arrivati ad Arezzo dopo aver appreso la notizia della morte di Sandri, e che non facevano parte del gruppo che era con la vittima. Gli stessi supporter hanno riferito che Sandri era un abbonato alla Lazio e che seguiva la squadra in tutte le trasferte.

Photo of Gabriele Sandri, who was killed at a highway petrol station near Arezzo

AVVOCATO, COLPITO AL COLLO MENTRE ERA IN AUTO
Sarebbe stato colpito nella parte posteriore del collo, mentre si trovava in auto, Gabriele Sandri, 26 anni, il tifoso laziale morto stamani nell’area di servizio di Badia al Pino sull’A1. E’ quanto ha riferito l’avvocato Luigi Conti, arrivato alla caserma della polizia stradale di Arezzo, e che si e’ qualificato come un amico della famiglia della vittima. Sempre secondo quanto spiegato, il proiettile sarebbe entrato nella vettura, una Megane, infrangendo il lunotto posteriore sinistro. L’auto, dopo l’accaduto e’ stata portata alla caserma della polizia stradale di Arezzo, con all’interno la salma. Il corpo di Sandri e’ stato poi rimosso intorno alle 13.30.

IL FRATELLO, ME LO HANNO AMMAZZATO
FIRENZE – ”Me lo hanno ammazzato a 28 anni con una pistola. Ora le istituzioni facciano la loro parte, con tutti i decreti di urgenza che hanno fatto me lo hanno ammazzato a 28 anni”. Queste le parole di Cristiano Sandri, il fratello di Gabriele, appena uscito dalla caserma della polizia stradale di Arezzo. L’avvocato di famiglia Luigi Conti ha detto: ‘E’ stato un omicidio volontario, voglio vedere se avete il coraggio di mettervi contro la polizia”. Alla caserma e’ arrivato anche il padre di Gabriele Sandri che ha abbracciato a lungo il figlio Cristiano, pianto e urlato, accasciandosi anche a terra dove e’ stato poi tirato su.

IL QUESTORE CONFERMA: SPARATI DUE COLPI
Ancora non chiarita l’esatta dinamica dell’episodio che ha portato . Il questore di Arezzo Vincenzo Giacobbe ha confermato che sono stati sparati due colpi a scopo intimidatorio, uno dei quali, ha aggiunto, ”ha colpito al collo Gabriele Sandri”. ”E’ stato trovato il bossolo, non ancora l’ogiva” che ha colpito il giovane, ha poi proseguito Giacobbe. ”Lo stiamo ancora cercando, stiamo cercando di capire che fine possa aver fatto perche’ si vede il foro d’entrata del proiettile sul vetro posteriore” ma non il foro d’uscita.

”Non e’ ancora certo – ha aggiunto Giacobbe – se il colpo che ha ucciso sia stato sparato dal poliziotto. Gli accertamenti balistici sono ancora in corso”.

”Siamo letteralmente, profondamente addolorati per quello che e’ successo. Abbiamo interesse a che la verita’ sia accertata”, ha continuato. ”E’ stato nominato un medico legale, e’ stato nominato un perito balistico, il pm sta interrogando ancora chi ha partecipato all’operazione”, ha proseguito il questore, aggiungendo che si sta agendo ”in piena sintonia” e con ”la serena e coerente guida della magistratura”: ”Per cui abbiamo tutte le garanzie della legge e non abbiamo alcun motivo a derogare a questi principi”.

Nessuna risposta alla domanda se ci siano indagati.

Sandri: Spaccarotella trasferito alla Polfer di Firenze

30 aprile 2008 alle 15:53 — Fonte: repubblica.it

Luigi Spaccarotella, l’agente della Polstrada di Arezzo accusato di aver ucciso il tifoso laziale Gabriele Sandri all’autogrill di Badia al Pino (Ar), nel novembre scorso, riprende servizio a Firenze.

Dopo un lungo periodo di malattia, l’amministrazione della polizia di Stato ha deciso di trasferirlo alla Polfer di Santa Maria Novella, compartimento della Toscana. Lo scrive oggi ‘Il Giornale della Toscana’. L’assegnazione è stata ufficializzata la settimana scorsa, tanto che l’agente è già arrivato a Firenze. In realtà Spaccarotella prenderà servizio tra una quindicina di giorni per questioni burocratiche. L’agente sarebbe stato piazzato alla ‘Coc’: centrale operativa compartimentale della Toscana. Si tratta di una struttura che si occupa di coordinare tutte le chiamate all’interno delle stazioni ferroviarie.

VERGOGNA!!!

Tifoso ucciso, Spaccarotella torna in servizio alla Polfer di Firenze

ROMA (30 aprile) – Luigi Spaccarotella, l’agente di polizia che ha ucciso il tifoso della Lazio Gabriele Sandri sparando due colpi di pistola all’Autogrill di Badia al Pino vicino ad Arezzo l’11 novembre scorso, ha ripreso servizio a Firenze. Dopo un lungo periodo di malattia, l’amministrazione della polizia di Stato ha deciso di trasferirlo alla Polfer di Santa Maria Novella, compartimento della Toscana. Lo scrive oggi ‘Il Giornale della Toscana’.

L’assegnazione è stata ufficializzata la settimana scorsa, tanto che il giovane agente è già arrivato a Firenze. Di fatto Spaccarotella prenderà servizio tra una quindicina di giorni per questioni burocratiche. L’agente sarebbe stato piazzato alla ‘Coc': centrale operativa compartimentale della Toscana. Si tratta di una struttura che si occupa di coordinare tutte le chiamate all’interno delle stazioni ferroviarie. Ma l’aspetto singolare è un altro: tra le tante altre mansioni, la ‘Coc’ si occupa anche di tifosi. Infatti, se arriva un treno di ultras diretti allo stadio, è sempre la centrale operativa a organizzare le scorte agli ultras.

Intanto, il processo che vede imputato il poliziotto va avanti: è slittata al 25 settembre prossimo l’udienza preliminare. Il processo si terrà davanti al gup Simone Salcerini che deciderà se rinviare a giudizio Spaccarotella davanti alla corte d’assise o avviare il rito abbreviato. La richiesta di rinvio a giudizio era stata presentata dal procuratore Di Cicco e dal pm Ledda ai primi di aprile. Per l’agente l’accusa è di omicidio volontario.
Mi permetto di aggiungere qualcosa.

Vorrei paragonare questo trattamento giudiziario a quello dei ragazzi arrestati e accusati di aver commesso i fatti di villa ada e dell’11 novembre e altri fatti legati allo stadio e alla politica. Queste persone sono in custodia cautelare (in galera) da più di 2 mesi sulla base delle sole intercettazioni telefoniche. La maggior parte di questi ragazzi rischia di stare un anno in carcere (massimo della custodia cautelare) per un processo con dei capi di imputazione assurdi(associazione a delinquere, rapina,si è parlato di terrorismo…) e per il quale vi sono solo prove indiziarie, e per il quale probabilmente verranno giudicati innocenti.

25 settembre 2008

Rinviato per un vizio di procedura l’inizio del dibattimento. Due mesi per stabilire una nuova data
Il poliziotto Spaccarotella deve rispondere dello sparo che l’11 novembre uccise il tifoso laziale

Omicidio Sandri, processo al via ma l’udienza viene annullata

L’imputato non era presente in aula per paura di possibili ritorsioni degli ultras

AREZZO – Il processo per l’omicido di Gabriele Sandri si ferma prima ancora di cominciare. L’udienza preliminare di oggi è stata annullata per decisione del Gup Simone Salcerini, che ha accolto un’eccezione della difesa. Per stabilire una nuova data bisognerà attendere circa due mesi. Alla fase preliminare del processo non aveva preso parte l’imputato Luigi Spaccarotella, l’agente della Polstrada di Arezzo accusato di omicidio volontario, per timore di ritorsioni della tifoseria laziale. Increduli i presenti, composta la reazione dei famigliari di Gabriele Sandri: “Spero – ha detto la madre – che questo sia l’ultimo alibi, che la prossima volta si possa andare avanti fino in fondo”

Il rinvio. La decisione del giudice dell’udienza preliminare ha accolto l’eccezione avanzata da uno dei legali di Spaccarotella, a cui non è stato trasmesso l’atto di chiusura dell’indagine preliminare. “Hanno mandato l’avviso a un numero di fax sbagliato e, quindi, in un luogo che non era il mio ufficio – ha detto Renzo – ed hanno contestato la mia correttezza”. Adesso si dovrà procedere a riformulare l’atto e notificarlo nuovamente, un lavoro che richiederà un tempo stimato tra il mese e mezzo e i due mesi.
Michele Monaco, legale della famiglia Sandri, ha però annunciato provvedimenti. “Il consiglio dell’ordine degli avvocati dovrà verificare se si tratta di un comportamento deontologicamente corretto, si dubita che l’avvocato Renzo abbia ricevuto la notifica al numero di fax, che era stato comunicato alla cancelleria del Tribunale”. Sulla decisione del giudice Monaco si è però detto d’accordo. “Non ci aspettavamo il rinvio, comunque il Gup ha fatto bene ad accogliere l’eccezione, se no rischiavamo di veder travolgere il processo e la Cassazione avrebbe potuto annullarlo”.

Renzo ha poi aggiunto di essere rattristato per l’assenza dell’agente in aula “perché speravo che il giudice potesse vederlo in faccia, potesse vedere il suo sguardo che dall’11 novembre non è più lo stesso”. Tesi sostenuta anche dall’altro legale, Francesco Molino per il quale il suo cliente è “distrutto da una serie di cavolate che si sono dette come l’accusa di omicidio intenzionale”. Fino ad oggi nessuna immagine di Spaccarotella, neppure d’archivio, è stata mai diffusa o pubblicata da stampa e tv.

Il processo. Prima dell’annullamento i legali dell’imputato avevano annunciato l’intenzione di chiedere il rito abbreviato condizionato ad una perizia di parte che avesse verificato la posizione dei testimoni. Le dichiarazioni di chi ha visto lo svolgersi della vicenda non convincono infatti la difesa. “I testimoni sono totalmente inaffidabili – ha dichiarato Renzo – Ci sono persone che vogliono far credere che la luna non esiste. Fuori dal tribunale sono sicurissimi di aver visto qualcosa e poi quando vengono sentiti tutto cambia”.

La famiglia. La famiglia Sandri, presente in aula, aveva manifestato ottimismo sullo svolgimento dell’udienza. “Sappiamo che è un processo limpido e non abbiamo paura di nessuna sorpresa” ha dichiarato il fratello Cristiano. La signora Daniela, madre di Gabriele, tra le lacrime ha invece commentato l’assenza di Spaccarotella: “Non ha importanza, anche se gli danno 100 anni mio figlio non torna”. Il padre ha detto di avere una sola speranza nella vita: poter vedere in faccia almeno una volta l’uomo che gli ha ucciso il figlio: “Ormai lo chiamo l’uomo invisibile, ma prima o poi lo incontrerò″.

I tifosi. Fuori dall’aula sono radunati una ventina tra tifosi laziali, amici e conoscenti della vittima che hanno esposto due striscioni in cui si chiede “Giustizia per Gabriele“.

fonte: la repubblica.it
IL COMMENTO

Sandri, la giustizia assurda

di MASSIMO RAZZI

Prima ci hanno fatto vedere le immagini della madre di Gabriele Sandri, dignitosissima, che entrava piangendo nell’aula del tribunale di Arezzo dove doveva svolgersi l’udienza preliminare del processo all’agente di polizia Luigi Spaccarotella. Un’ora dopo, arriva la notizia che la stessa udienza è stata annullata per un vizio di forma. Vizio gravissimo, si dirà, vista l’attesa, il dolore e l’assurdità di una vicenda che aspetta sia fatta seriamente giustizia.

Il vizio, invece, consiste nel fatto che a uno dei due avvocati dell’imputato non sarebbe stato notificato l’avviso di chiusura delle indagini. Vizio che più banale e formale non si può, vizio sanabilissimo, ci pare, visto che l’avvocato sapeva della chiusura delle indagini (il suo collega, quantomeno, lo avrà informato) ed era presente oggi in aula anche se ha sostenuto che il tribunale aveva sbagliato il numero di fax. Basterebbe consegnargli oggi, al massimo domani, vogliamo esagerare, fra una settimana, una fotocopia della notifica stessa rifissando a strettissimo giro una nuova udienza.

Invece, tranquillamente, la giustizia italiana ci fa sapere che ci vorrà un mese e mezzo, forse due, per stabilire un’altra data in cui le parti potranno rivedersi davanti al Gup. Ci sembra un eccezionale argomento a sostegno di chi sostiene che non si può avere fiducia in questa giustizia, un duro colpo alla credibilità dei magistrati e dell’intero sistema che amministra sanzioni, delitti e pene.

E’ inammissibile perché è impossibile che non ci sia (in questo e in tanti altri casi) un altro modo giusto e tecnicamente regolare di risolvere il problema, perché un gup, o meglio, il sistema giudiziario non può e non deve più dare questo tipo di risposte sempre incredibilmente dilatorie. Diranno: questi sono i tempi della legge, ci sono i processi, i calendari, le carenze di personale. Vero, verissimo, ma non c’è un pomeriggio vuoto, un qualsiasi sabato o una domenica in cui il signor Gup possa fissare l’udienza prima di due mesi? Se non altro per rispetto di quel dolore, per chiedere scusa di un errore tanto banale quanto stupido.

COMUNICATO STAMPA

Cristiano Sandri a Inedita: “Atti del processo trasmessi all’Ordine per valutare profilo disciplinare avvocato della difesa”

“Discorso sulle minacce a Spaccarotella? Stucchevole”

“Bisogna dare a Cesare quel che è di Cesare. La Procura di Arezzo non è colpevole nel momento in cui gli vengono forniti due numeri di fax e alcuni atti vengono ricevuti e altri no”, queste le parole di Cristiano Sandri all’agenzia di stampa Inedita a proposito del vizio di forma che ha fatto annullare questa mattina l’udienza preliminare del processo contro l’agente di polizia Luigi Spaccarotella, imputato per omicidio volontario.

“Proprio per questo – continua il fratello di Gabriele – il gup nell’accogliere l’eccezione della difesa dello Spaccarotella ha anche disposto la trasmissione degli atti al Consiglio dell’ordine degli avvocati di Prato (è il foro competente dell’avvocato Renzo ndr) per valutare se c’è qualche profilo disciplinare nella condotta del legale”.

Il fratello del giovane dj romano ucciso l’11 novembre 2007 nell’area di servizio Badia al Pino sull’autostrada A1 da una pallottola sparata dall’agente Spaccarotella torna anche sulle minacce al poliziotto di cui ha parlato oggi ad Arezzo l’avvocato Renzo: “E’ diventato stucchevole – spiega Cristiano Sandri – questo discorso sulle minacce a Spaccarotella visto che è circa un anno, dal 12 novembre scorso, che l’avvocato Renzo lo va ripetendo.

Ormai sembra quasi una filastrocca in cui il legale di Spaccarotella usa sempre la parola “ultras” visto che oggi è diventata sinonimo di malviventi e così pensa di poterla usare per far pensare a ogni tipo di nefandezza”.

“Altro che ultras – continua sarcasticamente Cristiano Sandri – forse Renzo si riferisce ai servizi segreti visto che nessuno riesce a rintracciarlo, nemmeno gli ufficiali giudiziari che non sono riusciti a notificargli l’avviso della fissazione dell’udienza preliminare”.

“Si commentano da sole – conclude il fratello di Gabbo – le paure che l’avvocato Renzo fa derivare dalle scritte sui muri di Roma contro Spaccarotella: forse il legale pensava che dovessero apparire scritte a favore del suo assistito? Stiamo rasentando il patetico: è evidente che non sanno più che pesci prendere. Noi, intanto, continuiamo ad avere fiducia in una giustizia celere”.

www.gabrielesandri.it

ATTENZIONE! Quella che segue, tratta da youtube, è la registrazione delle telefonate tra il servizio autostrada, il 118, il 113 e i 4 ragazzi che quel giorno erano a bordo della Renault Scenic. Da notare le parole dette e non dette, dalle frasi lasciate intendere tra gli interlocutori del 118 e del 113… rabbia, molta rabbia.

fonte: L’Unità.it

Processo Sandri, i testimoni: ‘L’agente sparò a braccia tese’

Un testimone ha visto il poliziotto a gambe divaricate, braccia tese, impugnare la pistola con due mani, e poi ha udito lo sparo, l’altro lo ha visto a braccia tese e ha assistito allo sparo. È quanto è stato raccontato in aula da due testimoni d’accusa, l’imprenditore Fabio Rossini e un suo dipendente, Fabrizio Galilei, che l’11 novembre del 2007 videro il poliziotto Luigi Spaccarotella nei momenti in cui venne ucciso il tifoso laziale Gabriele Sandri.

Rossini ha ricordato il poliziotto che «correva, cercava la posizione, aveva entrambe le braccia tese, impugnava l’arma con entrambe le mani: ho un flash, ho visto la fumata bianca dopo lo sparo». Poco più tardi, rispondendo al pm che gli ricordava che nella testimonianza resa i giorni successivi all’omicidio non aveva specificato se l’agente sparasse con due mani, Rossini ha risposto: «Ho la visione di braccia tese parallele al terreno, non sono in grado di specificare se impugnasse la pistola con due mani».
Un dettaglio che invece è rimasto impresso all’altro testimone, Fabrizio Galilei. «Ho visto il poliziotto che iniziava a puntare – ha raccontato – Aveva le gambe divaricate e le braccia parallele al suolo. Teneva la pistola con due mani. Capivo che puntava un’automobile. Poi sono entrato nell’autogrill e ho sentito lo sparo, ma io non potevo più vedere cosa stesse succedendo». Galilei ha poi aggiunto di aver visto nelle fasi precedenti allo sparo un’auto chiara parcheggiata nell’area di servizio della parte opposta con alcune persone vicine. Rispondendo alle domande del pm ha detto di non sapere se al momento dello sparo il veicolo fosse in movimento.

Un piccolo colpo di scena è avvenuto in mattinata quando un testimone dell’accusa, Emanuele Fagioni ha raccontato, al contrario di quanto riferito nei giorni seguenti all’omicidio, di aver visto Spaccarotella impugnare la pistola con un braccio solo (il sinistro) e di non averlo visto sparare. L’agente non presente in aula è stato raggiunto al cellulare dal suo difensore e ha specificato di non essere mancino. Giorgio Sandri, il padre del tifoso morto, ha commentato: “Mi sembra molto impaurito. Non ricorda più nulla, è in stato confusionale”. Il presidente della Corte di Assise, Mauro Bilancetti, ha annunciato che domani il Capo della polizia Antonio Manganelli, citato come testimone dalla difesa, «per impegni istituzionali già programmati non sarà presente».

27 marzo 2009
—————
fonte: Gazzetta dello Sport

Sandri, ecco la sentenza. Condanna di sei anni

La Corte d’Assise ha derubricato il reato per cui è processato l’agente Spaccarotella, imputato di omicidio volontario nei confronti del tifoso laziale ucciso nel novembre 2007. Condanna di 6 anni per omicidio colposo, proteste in aula. L’imputato: “Ho pianto di gioia”

AREZZO, 14 luglio 2009 – – La Corte d’Assise di Arezzo, dopo oltre otto ore di camera di consiglio, ha condannato l’agente Luigi Spaccarotella a sei anni di reclusione per omicidio colposo con l’aggravante della previsione del fatto in relazione alla morte del tifoso laziale Gabriele Sandri. Il pm Giuseppe Ledda aveva chiesto invece la condanna a 14 anni per omicidio volontario con dolo eventuale.

rabbia in aula — Rabbia e delusione tra gli amici e i parenti di Gabriele Sandri alla lettura della sentenza della Corte d’Assise di Arezzo che ha derubricato da omicidio volontario a omicidio colposo la condanna per l’agente Luigi Spaccarotella. Alcune amiche di Gabbo sono scoppiate in un pianto a dirotto. Una di loro si è sentita male ed è stata soccorsa dai sanitari. Gli amici di Gabriele, la maggior parte vestiti da ultras con maglie della Lazio, hanno iniziato a gridare “infami e buffoni”. In questo momento fuori dal tribunale di Arezzo circa una trentina di tifosi biancocelesti stanno urlando contro i giudici e contro il poliziotto, che non era presente in aula, “È una vergogna per tutta l’Italia, per fortuna c’è la giustizia divina”, così Giorgio Sandri, padre di Gabriele, ha commentato la sentenza. La madre di Gabriele si è sentita male ed è stata soccorsa da una amabulanza, mentre il fratello ha commentato: “Mi auguro che la giustizia ci sia in secondo grado. Oggi l’assassinio di mio fratello, ucciso da un agente che è stato visto mirare e sparare con le mani giunte è stato equiparato, come omicidio colposo, a un incidente stradale. E’ una pagina nera della storia italiana”

“ho pianto di gioia” — “Sono contento per Spaccarotella”, ha commentato l’avvocato Federico Bagattini, che con il collega Francesco Molino difende l’agente. “E’ stato riconosciuto quanto lui ha sempre detto, e cioè di non aver voluto ammazzare nessuno”. “Ovviamente la pena è molto gravosa, eccessiva, e su questo punto faremo appello. Intanto usciamo dall’omicidio volontario, che evidentemente è il risultato al quale tendevamo”, ha aggiunto Bagattini. Il legale ha poi riferito il commento di Luigi Spaccarotella: “Ho pianto di gioia, ho fatto bene a credere nella giustizia”, ha detto l’agente al telefono al suo difensore.

V E R G O G N A T E V I !!!

Il volto ed il nome di Gabriele è scomodo e fa paura…
per le istituzioni bisogna dimenticare… chi dimentica è complice!

Il 30 Agosto la Lazio gioca a Verona contro il Chievo, seguita da 500 tifosi, l’ingresso è consentito a tutti i tifosi tranne che al volto di Gabriele che dall’11 novembre 2007 accompagna SEMPRE, tutte le gare della sua S.S. LAZIO.

Fonte: lalaziosiamonoi.it
Durante Chievo-Lazio un episodio molto poco piacevole ha scosso gli animi e i cuori di coloro che assiepavano il settore ospiti del Bentegodi. Le telecamere di Sky, infatti, hanno inquadrato a più riprese lo stesso settore biancoceleste, lasciato vuoto dopo pochi minuti, dai circa 600 presenti. I gruppi organizzati della Curva Nord Laziale, come sempre al seguito della propria fede, espongono i propri vessilli e i propri striscioni, ma ne manca uno, il più importante: quello raffigurante la faccia di Gabriele. Il motivo della mancanza è il divieto da parte delle forze dell’ordine di fare entrare tale striscione all’ingresso del settore. I tifosi laziali quindi, una volta appresa la notizia, decidono all’unisono di togliere ogni tipo di bandiera e stendardo e di abbandonare la curva a loro riservata.

V E R G O G N A T E V I !!!

E questo, invece, è quello che succede domenica 20 settembre in occasione di Frosinone-Padova, partita di serie B. In occasione della quale i tifosi del Padova, come la grande maggioranza delle tifoserie Italiane espongono striscioni che invocano GIUSTIZIA PER GABRIELE… le foto che seguono parlano da sole, gli agenti della PS fanno li fanno rimuovere.

padovani padovani2 padovani3 padovani4

 

V E R G O G N A T E V I !!!

Condividi questo articoloShare on FacebookTweet about this on TwitterShare on Google+

Un commento al post “Il Processo a Spaccarotella e la sentenza

  1. Hosting Italia scrive:

    in base alle previsioni del codice di procedura penale, l imputato attender in libert il processo di secondo grado, che si svolger probabilmente il prossimo anno. Solo quando la sentenza nei confronti di Spaccarotella diventer irrevocabile sar emesso il provvedimento per l esecuzione della pena.

Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>